La meraviglia dei giardini pensili di Babilonia
The Wonder of the hanging gardens of Babylon
La leggenda narra che i giardini pensili di Babilonia furono creati per amore. Si dice che Nabucodonosor II, il potente re babilonese, abbia fatto costruire questa meraviglia per la sua amata moglie Amyitis, originaria della Media, una regione montuosa e rigogliosa.
La regina, abituata ai paesaggi verdi della sua terra, soffriva di nostalgia per quelle colline e per la frescura delle foreste. Per consolarla e farla sentire a casa, il re ordinò la creazione di un giardino straordinario: una lussureggiante oasi sospesa nel deserto, ricca di fiori, alberi e profumi che le ricordassero le sue radici.
Alcune fonti, tuttavia, attribuiscono i giardini alla leggendaria regina assira Semiramide, aggiungendo un ulteriore velo di mistero alla loro storia. In ogni caso, questa creazione rappresentava un simbolo d'amore, di potere e di abilità ingegneristica senza precedenti.
Un'opera straordinaria
Giochiamo a immaginare questa meraviglia.
In un paesaggio arido, dove il sole cocente dominava il deserto, i Giardini Pensili si innalzavano come un’oasi vivente. Le fonti antiche raccontano di terrazze sovrapposte, costruite con mattoni e pietre, che si elevavano verso il cielo come una piramide a gradoni. Ogni livello era ricoperto da strati di terra fertile, sufficientemente profondi per sostenere alberi imponenti, arbusti e fiori di ogni tipo.
La magia delle piante
Le piante coltivate nei giardini pensili, secondo le descrizioni storiche, erano un mix affascinante di specie locali ed esotiche, che insieme creavano un ambiente unico e armonioso.
Ecco alcune delle piante che, secondo la tradizione, avrebbero decorato questi giardini:
• Alberi da frutto: Fichi, melograni, datteri e olive, non solo belli ma anche utili per l’ombra e il nutrimento.
• Viti: Uva coltivata per produrre vino, simbolo di lusso e abbondanza.
• Erbe aromatiche: Menta, basilico, coriandolo e rosmarino, piante versatili usate sia in cucina che per scopi curativi.
• Fiori ornamentali: Rose, gigli e gelsomini che riempivano l’aria di profumi inebrianti.
• Palme: Icone tropicali e maestose, che donavano frescura e verticalità al paesaggio.
• Piante esotiche: Specie rare provenienti da terre lontane, come Persia e India, a dimostrazione del potere del regno.
• Felci e piante acquatiche: Favoriti dall’ambiente umido, crescevano rigogliose nelle aree irrigate.
Questa ricca vegetazione trasformava i giardini in un paradiso terrestre, un luogo dove natura e architettura si fondevano armoniosamente.
L'ingegno del sistema idrico
Ma come si manteneva una simile oasi nel cuore del deserto? I giardini pensili erano alimentati da un sistema idrico rivoluzionario per l'epoca. L'acqua veniva sollevata dal fiume Eufrate tramite ruote idrauliche o viti di Archimede, e poi distribuita attraverso una rete di canali che irrigavano ogni livello.
Questo ingegnoso sistema non solo sosteneva le piante, ma era anche una dimostrazione dell'abilità tecnologica dei Babilonesi.
Verità o leggenda?
Nonostante le affascinanti descrizioni, l’esistenza stessa dei giardini pensili rimane un mistero. Nessuna prova archeologica definitiva è stata trovata a Babilonia, e alcuni studiosi ipotizzano che i giardini possano essere stati confusi con un’altra meraviglia simile, forse situata nella città assira di Ninive.
Eppure, reali o immaginari, i giardini pensili continuano a ispirare. Essi incarnano il desiderio umano di trasformare il mondo intorno a sé, di creare bellezza anche nei luoghi più improbabili e di celebrare l’amore attraverso la natura.
Mi sono divertita a ricrearli con l’AI, e vi mostro alcune immagini che immagino rispecchino l’atmosfera di questo paradiso.
Che ne pensate?
Vi piacciono?
The Wonder of the hanging gardens of Babylon
by Dana Frigerio Blossomzine
Legend has it that the hanging gardens of Babylon were created for love. It is said that Nebuchadnezzar II, the powerful Babylonian king, had this marvel built for his beloved wife Amyitis, who hailed from Media, a mountainous and lush region.
The queen, accustomed to the green landscapes of her homeland, was homesick for those hills and the coolness of the forests. To comfort her and make her feel at home, the king ordered the creation of an extraordinary garden: a lush oasis suspended in the desert, rich with flowers, trees, and fragrances that would remind her of her roots.
Some sources, however, attribute the gardens to the legendary Assyrian queen Semiramis, adding another layer of mystery to their story. In any case, this creation symbolized love, power, and unprecedented engineering skill.
An extraordinary creation
Let us imagine this wonder. In an arid landscape, where the scorching sun ruled the desert, the hanging gardens rose like a living oasis. Ancient accounts describe tiered terraces, constructed with bricks and stones, ascending towards the sky like a stepped pyramid. Each level was covered with layers of fertile soil, deep enough to support towering trees, shrubs, and flowers of all kinds.
The magic of plants
The plants cultivated in the hanging gardens, according to historical descriptions, were a fascinating mix of local and exotic species, which together created a unique and harmonious environment.
Here are some of the plants that, according to tradition, would have adorned these gardens:
Fruit trees: Figs, pomegranates, dates, and olives—not only beautiful but also useful for shade and nourishment.
Vines: Grapes cultivated for wine production, a symbol of luxury and abundance.
Aromatic herbs: Mint, basil, coriander, and rosemary—versatile plants used both in cooking and for medicinal purposes.
Ornamental flowers: Roses, lilies, and jasmines that filled the air with intoxicating fragrances.
Palm trees: Majestic tropical icons that provided coolness and verticality to the landscape.
Exotic plants: Rare species from distant lands, such as Persia and India, demonstrating the kingdom's power.
Ferns and aquatic plants: Thrived in the humid environment, flourishing in the irrigated areas.
This rich vegetation transformed the gardens into an earthly paradise, a place where nature and architecture blended harmoniously.
The ingenuity of the water system
But how was such an oasis maintained in the heart of the desert? The hanging gardens were sustained by a revolutionary irrigation system for their time. Water was lifted from the Euphrates River using hydraulic wheels or Archimedes' screws and then distributed through a network of channels that irrigated each level.
This ingenious system not only supported the plants but also demonstrated the Babylonians' technological prowess.
Truth or legend?
Despite the fascinating descriptions, the very existence of the hanging gardens remains a mystery. No definitive archaeological evidence has been found in Babylon, and some scholars hypothesize that the gardens might have been confused with another similar marvel, perhaps located in the Assyrian city of Nineveh.
And yet, real or imaginary, the hanging gardens continue to inspire. They embody humanity's desire to transform the world around them, to create beauty even in the most unlikely places, and to celebrate love through nature.
I had fun recreating them using AI and am sharing some images that I imagine reflect the atmosphere of this paradise.
What do you think?
Do you like them?
Substack: Un posto dove perdersi tra parole e idee ( e chi seguire )
Ciao da quando ho iniziato a usare Substack, devo dirlo: mi si è aperto un mondo.
"Pillola di Progettazione": La finestra come tela di un quadro
Finestre aperte su giardini incantati
Anche se fatto con AI è chiaro che lo studio che hai fatto è alla base di tutto, è proprio come immagino quei meravigliosi giardini leggendone la storia.
Complimenti!
Mirella Somma
Che meraviglia.
Non ho mai usato l'AI ma credo che per fare il lavoro che hai fatto, AI o non AI, ci sia dietro un bel pò di tempo e impegno.
Grazie.